Facciamo adesso una piccola divagazione dal tema delle funzioni orali (ti ricordi? Abbiamo parlato di respirazione orale e di igiene nasale, di vizi orali, dell'uso prolungato del ciuccio, e tra poco anche delle malocclusioni...) per dedicarci ad argomenti un po' più...scolastici.
A partire dal 2004, il 6 marzo di ogni anno ricorre la Giornata Europea della Logopedia, promossa dal Comitè Permanent de Liaison des Orthophonistes-Logopèdes de l’Union Européenne (C.P.L.O.L.), ovvero l’organismo che rappresenta i Logopedisti a livello Europeo.
L'obiettivo del 2020 è di sensibilizzare tutti i cittadini d'Europa alla tematica dei Disturbi Specifici di Apprendimento o DSA.
Cosa sono i DSA?
I Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) sono un gruppo di disturbi quali:
dislessia
disortografia
disgrafia
discalculia
Essi vengono individuati in presenza di normale funzionamento intellettivo e adeguata esposizione agli apprendimenti e in assenza di alterazioni neurosensoriali in grado di spiegare altrimenti le difficoltà di apprendimento.
quasi 3 alunni su 100 hanno un Disturbo Specifico dell’Apprendimento.
I DSA sono il 2,9% degli studenti, in numeri assoluti 254.600 sugli oltre 8,6 milioni di iscritti.
Fra essi riconosciamo una percentuale più elevata di alunni dislessici (il 42,5%), seguita dai disortografici (il 20,8%), dai discalculici (19,3%) e infine dai discografici (il 17,4%).
Va tenuto conto che molti di questi disturbi possono manifestarsi in comorbidità ovvero insieme:
un dislessico può essere solo dislessico oppure essere anche essere disortografico e discalculico e via così.
Tali disturbi sono stati ufficialmente riconosciuti e tutelati da un punto di vista normativo a partire dal 2010, anno di promulgazione della legge 170.
La legge 170/2010 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico” costituisce il primo quadro di riferimento normativo italiano che riconosce ufficialmente i DSA e garantisce ai soggetti con questi Disturbi Specifici di Apprendimento il diritto inalienabile allo studio e il perseguimento del successo formativo.
Nello specifico:
per dislessia intendiamo un disturbo specifico della lettura, in particolare nella componenti di correttezza e di rapidità (la lettura è appunto lenta e/o scorretta e molto spesso si associa a una difficoltà di comprensione del testo) che si manifesta in un soggetto in età evolutiva con un quoziente intellettivo nella media. I segni più evidenti possono essere la presenza di errori frequenti quali l’inversione o la sostituzione di lettere oppure l'anticipazione di parole (leggo la prima sillaba e poi mi invento la parola senza leggerla effettivamente) etc.
per disortografia intendiamo una condizione di marcata difficoltà nell’apprendimento della scrittura. I segni più evidenti di una possibile disortografia possono essere omissioni di lettere o parti di parola, sostituzione o inversione di grafemi, errori relativi alle regole ortografiche o errori di separazione o fusione di parole.
la disgrafia è una condizione caratterizzata da marcata difficoltà nell’esecuzione della scrittura: il bambino discografico tendenzialmente fa fatica nel gestire l'organizzazione spaziale del foglio, ha una scrittura difficilmente leggibile, ha difficoltà nel mantenere la grandezza delle lettere o utilizza un tratto troppo o troppo poco marcato etc.
per discalculia intendiamo un disturbo che interessa l'area logico-matematica e nello specifico il riconoscimento, la comprensione e la riproduzione della quantità, il saper riconoscere simboli numerici, i processi e le procedure di calcolo mentale e scritto.
Come si riconoscono i DSA?
Esistono una serie di “campanelli d’allarme” che riguardano diverse aree come, per esempio, quelle relative a linguaggio, memoria, apprendimento, coordinazione motoria, organizzazione e orientamento.
Inoltre occorre tenere presenti alcuni fattori di rischio quali:
la familiarità: i bambini nati in famiglie in cui almeno un membro presenta il disturbo hanno una probabilità 4 volte maggiore di sviluppare un DSA;
l'influenza dell'ambiente sia scolastico che familiare.
In particolare poi è bene osservare a fine primaria la presenza di difficoltà nell’acquisizione della lettura e scrittura e nelle abilità del calcolo: ad esempio se ci sono difficoltà di associazione tra suono e lettera, se non si riesce a controllare la scrittura o la lettura almeno di sillabe, se non si riesce a contare entro il 10 o si hanno difficoltà nel riconoscere le quantità. In seconda primaria è bene individuare eventuali difficoltà persistenti (come ad esempio nel riconoscere e fondere le sillabe e quindi leggere con una lentezza significativa; non riuscire ancora ad abbinare tutti i suoni alle lettere corrispondenti ecc.).
Individuare tali difficoltà permette di realizzare attività didattiche-pedagogiche mirate a potenziare il processo di apprendimento delle strumentalità di lettura, scrittura e calcolo.
Infatti, secondo le "Linee Guida per il Diritto allo Studio degli alunni e degli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento" allegate al Decreto Ministeriale del 12 luglio 2011, il ruolo fondamentale di osservatore deve essere svolto in primis dalla scuola: "ogni docente, per sé e collegialmente, durante le prime fasi degli apprendimenti scolastici cura con attenzione l’acquisizione dei prerequisiti fondamentali e la stabilizzazione delle prime abilità relative alla scrittura, alla lettura e al calcolo, ponendo contestualmente attenzione ai segnali di rischio in un’ottica di prevenzione ed ai fini di una segnalazione."
L' individuazione precoce dei bambini con difficoltà nei prerequisiti degli apprendimenti e nell’acquisizione delle abilità strumentali di lettura e scrittura permette di attuare nell’immediato attività di recupero e potenziamento in ambito scolastico che siano mirate e strutturate sulle competenze e potenzialità del bambino.
Chi fa la diagnosi?
La diagnosi può essere effettuata da uno psicologo o da un neuropsichiatra infantile ma a seconda della regione, può essere richiesta la compresenza di più professionisti (di solito logopedista, psicologo, neuropsichiatra).
Ci si può rivolgere alla propria ULSS di appartenenza o a specialisti che svolgono privatamente la libera professione.
Tuttavia, affinché la diagnosi sia riconosciuta come valida dalla scuola, in alcune regioni (come in Veneto) è necessario rivolgersi al Servizio Sanitario Nazionale o che il professionista o la struttura privata siano accreditati; in altre (es. Emilia Romagna e Piemonte), le diagnosi possono essere effettuate da qualunque psicologo o neuropsichiatra privato (e successivamente devono essere convalidate presso l’ULSS di riferimento).
Ricordiamo inoltre che:
La diagnosi di dislessia, disortografia e disgrafia può essere effettuata non prima della FINE DELLA II CLASSE DI SCUOLA PRIMARIA.
La diagnosi di discalculia non prima della FINE DELLA III CLASSE DI SCUOLA PRIMARIA.
Cosa fare se mio figlio è un DSA?
Se abbiamo dei dubbi e non è ancora stata fatta diagnosi è opportuno rivolgersi agli specialisti per approfondire e avviare il percorso diagnostico.
Tale avvio può partire dalla famiglia spontaneamente o successivamente a segnalazione formalizzata da parte della scuola.
Nel caso di diagnosi già avvenuta, è possibile attuare specifici trattamenti come ad esempio un trattamento riabilitativo con il logopedista, che ha il fine di dare strategie, promuovere, migliorare e favorire la generalizzazione delle competenze del bambino. Inoltre a livello scolastico è necessario predisporre un Piano Didattico Personalizzato (PDP) con gli obiettivi di compensare le difficoltà emerse (ad esempio dando più tempo per lo svolgimento delle attività o preferire verifiche orali alle scritte) o di dispensare l'alunno da determinate attività, oltre che di predisporre gli aiuti scolastici previsti dalla legge 170/10 (ad esempio, possibilità di usare programmi di videoscrittura al computer, o di ascoltare i testi invece di leggerli).
Non dimentichiamo l'importanza della famiglia in caso di bambini con DSA: la famiglia costituisce il più importante riferimento (e il primo) con cui la scuola e i professionisti sanitari e devono instaurare un rapporto di collaborazione reciproca.
Ricordiamoci anche delle difficoltà scolastiche...
Se è molto probabile che un bambino con disturbi dell’apprendimento abbia anche difficoltà scolastiche non è necessariamente vero il contrario!
Molti bambini presentano difficoltà di apprendimento che sono molto simili a quelle dei DSA ma non tali da consentirgli di rientrare all'interno di queste categorie diagnostiche.
Si parla in questo caso di B.E.S. acronimo di Bisogni Educativi Speciali: con questo termine non ci si riferisce a una diagnosi ma ad una categoria scolastica.
Il termine B.E.S. è entrato nel vasto uso in Italia dopo l’emanazione della Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 «Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica». Secondo C.M. n° 8 del 6 marzo 2013 l’area dei Bisogni Educativi Speciali (B.E.S.) comprende: “lo svantaggio sociale e culturale, i disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, le difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse”.
Dentro la categoria B.E.S. dunque rientrano i DSA stessi, nonché tutti quegli alunni con varie diagnosi (o anche senza, come nel caso degli alunni bilingui), con Bisogni Educativi Speciali, a cui la scuola può e deve far fronte caso per caso.
Concludo invitandoti a consultare i seguenti siti per ulteriori informazioni relative alla Giornata Europea della Logopedia 2020:
Inoltre, nella giornata del 6 marzo 2020, mi rendo disponibile in prima persona a consulenze e approfondimenti: inviami un richiesta tramite i miei contatti!
Buona Giornata Europea della Logopedia 2020 a tutti!
Commentaires