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6 marzo 2020 Giornata Europea della Logopedia: i DSA

Aggiornamento: 8 mar 2020

Facciamo adesso una piccola divagazione dal tema delle funzioni orali (ti ricordi? Abbiamo parlato di respirazione orale e di igiene nasale, di vizi orali, dell'uso prolungato del ciuccio, e tra poco anche delle malocclusioni...) per dedicarci ad argomenti un po' più...scolastici.


A partire dal 2004, il 6 marzo di ogni anno ricorre la Giornata Europea della Logopedia, promossa dal Comitè Permanent de Liaison des Orthophonistes-Logopèdes de l’Union Européenne (C.P.L.O.L.), ovvero l’organismo che rappresenta i Logopedisti a livello Europeo.

L'obiettivo del 2020 è di sensibilizzare tutti i cittadini d'Europa alla tematica dei Disturbi Specifici di Apprendimento o DSA.



Cosa sono i DSA?

I Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) sono un gruppo di disturbi quali:

  • dislessia

  • disortografia

  • disgrafia

  • discalculia

Essi vengono individuati in presenza di normale funzionamento intellettivo e adeguata esposizione agli apprendimenti e in assenza di alterazioni neurosensoriali in grado di spiegare altrimenti le difficoltà di apprendimento.



quasi 3 alunni su 100 hanno un Disturbo Specifico dell’Apprendimento.

I DSA sono il 2,9% degli studenti, in numeri assoluti 254.600 sugli oltre 8,6 milioni di iscritti.

Fra essi riconosciamo una percentuale più elevata di alunni dislessici (il 42,5%), seguita dai disortografici (il 20,8%), dai discalculici (19,3%) e infine dai discografici (il 17,4%).

Va tenuto conto che molti di questi disturbi possono manifestarsi in comorbidità ovvero insieme:

un dislessico può essere solo dislessico oppure essere anche essere disortografico e discalculico e via così.



Tali disturbi sono stati ufficialmente riconosciuti e tutelati da un punto di vista normativo a partire dal 2010, anno di promulgazione della legge 170.

La legge 170/2010 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico” costituisce il primo quadro di riferimento normativo italiano che riconosce ufficialmente i DSA e garantisce ai soggetti con questi Disturbi Specifici di Apprendimento il diritto inalienabile allo studio e il perseguimento del successo formativo.


Nello specifico:


  • per dislessia intendiamo un disturbo specifico della lettura, in particolare nella componenti di correttezza e di rapidità (la lettura è appunto lenta e/o scorretta e molto spesso si associa a una difficoltà di comprensione del testo) che si manifesta in un soggetto in età evolutiva con un quoziente intellettivo nella media. I segni più evidenti possono essere la presenza di errori frequenti quali l’inversione o la sostituzione di lettere oppure l'anticipazione di parole (leggo la prima sillaba e poi mi invento la parola senza leggerla effettivamente) etc.

  • per disortografia intendiamo una condizione di marcata difficoltà nell’apprendimento della scrittura. I segni più evidenti di una possibile disortografia possono essere omissioni di lettere o parti di parola, sostituzione o inversione di grafemi, errori relativi alle regole ortografiche o errori di separazione o fusione di parole.

  • la disgrafia è una condizione caratterizzata da marcata difficoltà nell’esecuzione della scrittura: il bambino discografico tendenzialmente fa fatica nel gestire l'organizzazione spaziale del foglio, ha una scrittura difficilmente leggibile, ha difficoltà nel mantenere la grandezza delle lettere o utilizza un tratto troppo o troppo poco marcato etc.

  • per discalculia intendiamo un disturbo che interessa l'area logico-matematica e nello specifico il riconoscimento, la comprensione e la riproduzione della quantità, il saper riconoscere simboli numerici, i processi e le procedure di calcolo mentale e scritto.


Come si riconoscono i DSA?

Esistono una serie di “campanelli d’allarme” che riguardano diverse aree come, per esempio, quelle relative a linguaggio, memoria, apprendimento, coordinazione motoria, organizzazione e orientamento.

Inoltre occorre tenere presenti alcuni fattori di rischio quali:

  • la familiarità: i bambini nati in famiglie in cui almeno un membro presenta il disturbo hanno una probabilità 4 volte maggiore di sviluppare un DSA;

  • l'influenza dell'ambiente sia scolastico che familiare.

In particolare poi è bene osservare a fine primaria la presenza di difficoltà nell’acquisizione della lettura e scrittura e nelle abilità del calcolo: ad esempio se ci sono difficoltà di associazione tra suono e lettera, se non si riesce a controllare la scrittura o la lettura almeno di sillabe, se non si riesce a contare entro il 10 o si hanno difficoltà nel riconoscere le quantità. In seconda primaria è bene individuare eventuali difficoltà persistenti (come ad esempio nel riconoscere e fondere le sillabe e quindi leggere con una lentezza significativa; non riuscire ancora ad abbinare tutti i suoni alle lettere corrispondenti ecc.).

Individuare tali difficoltà permette di realizzare attività didattiche-pedagogiche mirate a potenziare il processo di apprendimento delle strumentalità di lettura, scrittura e calcolo.

Infatti, secondo le "Linee Guida per il Diritto allo Studio degli alunni e degli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento" allegate al Decreto Ministeriale del 12 luglio 2011, il ruolo fondamentale di osservatore deve essere svolto in primis dalla scuola: "ogni docente, per sé e collegialmente, durante le prime fasi degli apprendimenti scolastici cura con attenzione l’acquisizione dei prerequisiti fondamentali e la stabilizzazione delle prime abilità relative alla scrittura, alla lettura e al calcolo, ponendo contestualmente attenzione ai segnali di rischio in un’ottica di prevenzione ed ai fini di una segnalazione."

L' individuazione precoce dei bambini con difficoltà nei prerequisiti degli apprendimenti e nell’acquisizione delle abilità strumentali di lettura e scrittura permette di attuare nell’immediato attività di recupero e potenziamento in ambito scolastico che siano mirate e strutturate sulle competenze e potenzialità del bambino.


Chi fa la diagnosi?

La diagnosi può essere effettuata da uno psicologo o da un neuropsichiatra infantile ma a seconda della regione, può essere richiesta la compresenza di più professionisti (di solito logopedista, psicologo, neuropsichiatra).

Ci si può rivolgere alla propria ULSS di appartenenza o a specialisti che svolgono privatamente la libera professione.

Tuttavia, affinché la diagnosi sia riconosciuta come valida dalla scuola, in alcune regioni (come in Veneto) è necessario rivolgersi al Servizio Sanitario Nazionale o che il professionista o la struttura privata siano accreditati; in altre (es. Emilia Romagna e Piemonte), le diagnosi possono essere effettuate da qualunque psicologo o neuropsichiatra privato (e successivamente devono essere convalidate presso l’ULSS di riferimento).

Ricordiamo inoltre che:

  • La diagnosi di dislessia, disortografia e disgrafia può essere effettuata non prima della FINE DELLA II CLASSE DI SCUOLA PRIMARIA.

  • La diagnosi di discalculia non prima della FINE DELLA III CLASSE DI SCUOLA PRIMARIA.


Cosa fare se mio figlio è un DSA?

Se abbiamo dei dubbi e non è ancora stata fatta diagnosi è opportuno rivolgersi agli specialisti per approfondire e avviare il percorso diagnostico.

Tale avvio può partire dalla famiglia spontaneamente o successivamente a segnalazione formalizzata da parte della scuola.

Nel caso di diagnosi già avvenuta, è possibile attuare specifici trattamenti come ad esempio un trattamento riabilitativo con il logopedista, che ha il fine di dare strategie, promuovere, migliorare e favorire la generalizzazione delle competenze del bambino. Inoltre a livello scolastico è necessario predisporre un Piano Didattico Personalizzato (PDP) con gli obiettivi di compensare le difficoltà emerse (ad esempio dando più tempo per lo svolgimento delle attività o preferire verifiche orali alle scritte) o di dispensare l'alunno da determinate attività, oltre che di predisporre gli aiuti scolastici previsti dalla legge 170/10 (ad esempio, possibilità di usare programmi di videoscrittura al computer, o di ascoltare i testi invece di leggerli).

Non dimentichiamo l'importanza della famiglia in caso di bambini con DSA: la famiglia costituisce il più importante riferimento (e il primo) con cui la scuola e i professionisti sanitari e devono instaurare un rapporto di collaborazione reciproca.


Ricordiamoci anche delle difficoltà scolastiche...

Se è molto probabile che un bambino con disturbi dell’apprendimento abbia anche difficoltà scolastiche non è necessariamente vero il contrario!

Molti bambini presentano difficoltà di apprendimento che sono molto simili a quelle dei DSA ma non tali da consentirgli di rientrare all'interno di queste categorie diagnostiche.

Si parla in questo caso di B.E.S. acronimo di Bisogni Educativi Speciali: con questo termine non ci si riferisce a una diagnosi ma ad una categoria scolastica.

Il termine B.E.S. è entrato nel vasto uso in Italia dopo l’emanazione della Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 «Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica». Secondo C.M. n° 8 del 6 marzo 2013 l’area dei Bisogni Educativi Speciali (B.E.S.) comprende: “lo svantaggio sociale e culturale, i disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, le difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse”.

Dentro la categoria B.E.S. dunque rientrano i DSA stessi, nonché tutti quegli alunni con varie diagnosi (o anche senza, come nel caso degli alunni bilingui), con Bisogni Educativi Speciali, a cui la scuola può e deve far fronte caso per caso.


Concludo invitandoti a consultare i seguenti siti per ulteriori informazioni relative alla Giornata Europea della Logopedia 2020:


Inoltre, nella giornata del 6 marzo 2020, mi rendo disponibile in prima persona a consulenze e approfondimenti: inviami un richiesta tramite i miei contatti!



Buona Giornata Europea della Logopedia 2020 a tutti!



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