Ci sono diverse valide ragioni per preferire la respirazione nasale, inspirando ed espirando l'aria attraverso le narici.
Una tra queste è che nel naso viene infatti prodotto l'Ossido Nitrico (NO), che è una molecola che migliora l'ossigenazione del nostro organismo. Grazie all'inspirazione ed espirazione attraverso il naso, il sangue ha la possibilità di ossigenarsi fino al 10-15% in più rispetto a quando si respira con la bocca, proprio grazie alla molecola di Ossido Nitrico.
E' stato infatti dimostrato da un gruppo di ricerca del Karolinska Institutet di Stoccolma nel 2002: si è scoperto proprio che è nei seni paranasali che il nostro organismo produce e rilascia Ossido Nitrico, il quale poi raggiunge i polmoni dove, a livello degli alveoli, promuove la dilatazione dei capillari sanguigni.
Conseguentemente avviene un passaggio di un volume maggiore di sangue che permette di assorbire più Ossigeno.
La respirazione attraverso il naso inoltre, rallenta la frequenza respiratoria. I polmoni estraggono Ossigeno dall'aria che respiriamo principalmente durante l'espirazione, ed espirando attraverso il naso, l'aria si comprime e rallenta perché, passando attraverso le narici e le cavità nasali, incontra delle resistenze maggiori (il 50% in più rispetto a quando passa attraverso la bocca!) e in questo modo i polmoni hanno la possibilità di assorbire più ossigeno (il 10-20% in più!) Un maggiore assorbimento di ossigeno, dato da una respirazione di tipo nasale, permette di mantenere una frequenza cardiaca più bassa, che si traduce in uno sforzo percepito inferiore.
Ma come fare se in casa abbiamo un bambino (o un adulto) con respirazione orale?
Abbiamo visto negli articoli precedenti che la respirazione orale, o respirazione a bocca aperta, è caratterizzata sia da una postura linguale bassa che spesso da un'espansione patologica dei tessuti linfatici associati alle vie aeree superiori (ovvero tonsille, adenoidi, mucose nasali): tutto ciò contribuisce ad ostacolare il passaggio dell'aria attraverso il naso, e induce quindi il bambino a respirare a bocca aperta.
La necessità impellente di utilizzare la bocca innesca compensi a livello di postura ma anche di metabolismo, automatizzando questa modalità respiratoria e creando un rapporto particolare tra forma (strutture corporee) e funzione (respiratoria, ma anche deglutitoria, masticatoria, articolatoria).
La respirazione orale è un'abitudine che si auto-mantiene, e che se non viene corretta viene stabilizzata e portata avanti anche in età adulta, portando a conseguenze in termini di alterazione morfo-funzionale (quindi sia a livello di forma che di funzione).
E' importante quindi portare ad un riequilibrio del tessuto linfatico e della postura linguale (e più in generale ad un riequilibrio della muscolatura della bocca e del viso, cioè della muscolatura detta orofacciale).
Per favorire l'instaurarsi di una respirazione di tipo nasale, è importante curare l'igiene del naso.
Pensiamo a tutte le pratiche igieniche che compiamo ogni giorno, come ad esempio al lavarci le mani: abbiamo cura di farlo perché questa accortezza evita di contrarre infezioni.
Allo stesso modo riteniamo importante lavarci i denti...il nostro cavo orale è infatti un luogo dove si possono accumulare batteri anche patogeni. Il nostro naso ci permette di respirare, ed è collegato posteriormente alla nostra bocca tramite le coane…e quindi, perché mai dovremmo lavarci i denti e ignorare il nostro naso?
Ecco qui allora 7 consigli per favorire una corretta igiene nasale:
1. Curare l'alimentazione: E' importante cercare di limitare le cause dell'infiammazione dei tessuti linfatici che possono portare a adenoiditi o tonsilliti. Il tessuto linfatico di tonsille ed adenoidi infatti accumula muco, e spesso l'origine di questo muco, che dovrebbe essere smaltito, risiede nell'intestino: le allergie e le adenotonsilliti dei bambini si possono intendere anche come manifestazione di deficit funzionale dell'intestino. Consumare cibi privi di fibre causa una riduzione della velocità del transito intestinale, provocando una autointossicazione per il materiale che resta aderente alle pareti intestinali e causando la formazione di anticorpi che agiscono contro queste particelle di cibo non ben digerito, che vengono riconosciute come estranee. Ottimizzando l'alimentazione ridurremo la quantità di complessi antigene-anticorpo che vanno a formare il muco che ostruisce e gonfia tonsille e adenoidi. Il bambino è un individuo in rapido accrescimento, nel quale però il sistema digerente e quello immunitario devono ancora maturare: gli si devono offrire adeguate opportunità esperienziali in grado di favorire la crescita e la maturazione di questi due sistemi, interconnessi e dipendenti l'uno dall'altro.
2. Umidificare l'aria: l'aria secca contribuisce a disidratare le mucose delle vie aeree superiori. E' importante quindi mettere gli umidificatori ai termosifoni e fare attenzione a non riscaldare l'ambiente in modo eccessivo. In estate è bene prestare attenzione a non utilizzare il condizionatore per tempi eccessivamente prolungati;
3. Evitare il fumo, incluso quello passivo: cerca di non frequentare ambienti con aria poco salubre;
4. Favorire l'idratazione: bere molto consente ugualmente di mantenere idratate le mucose, e ciò favorisce la respirazione e la fluidificazione del muco;
5. Soffiarsi il naso! Per alcuni bambini non risulta facile soffiare il naso in autonomia, ma anche molti adulti non lo fanno correttamente.
Come farlo al meglio? Soffiare l'aria dal naso è infatti un'abilità più complessa di quello che sembra, e non tutti i bambini riescono a padroneggiarla facilmente. Alcuni bambini possono arrivare ai 4 anni senza saperlo fare, mentre altri possono imparare semplicemente imitando il meccanismo. Sicuramente è importante mostrare al bimbo come si fa: si prende l'aria dalla bocca, poi la bocca si chiude e l'aria va fatta uscire dal naso (e se la bocca non dovesse restare chiusa allora si può tapparla con le mani per non fare confusione!). Per un bimbo che sta imparando a soffiarsi il naso va bene iniziare ad imitare senza il fazzoletto: si può iniziare tappando una sola narice, soffiando forte e pulendo con il fazzoletto e solo dopo aggiungere il fazzoletto già dal momento del soffio. Ricordiamo per grandi e piccini: è importante alternare le narici per realizzare un soffio il più efficace possibile e per evitare una congestione del muco a livello dei seni paranasali (ricordi? quelli di cui ho parlato nell'articolo precedente!). Per i bambini più autonomi, e per i più grandi, ricordiamo che mantenere pulito il naso soffiandolo ogni qualvolta si sente che l'aria passa con qualche difficoltà è fondamentale.
6. Effettuare i lavaggi nasali.
I lavaggi nasali sono infatti la migliore pratica per mantenere l'igiene nasale ad un livello più profondo, non solo quando si è raffreddati, ma come buona abitudine da riproporre settimanalmente.
Ci sono tantissimi spray e accessori da poter utilizzare, ma non tutto quello che si trova in commercio è efficace. Ti darò qui delle indicazioni per utilizzare le cose più semplici ed efficaci da reperire in commercio: una siringa da 5 ml (da cui togliere l'ago) e la soluzione fisiologica in boccetta grande (che viene venduta sia in confezioni monodose che in piccole o grandi boccette) oppure un Neti Lota (che è una piccola brocca che va riempita con acqua calda a 37-38° e sale) .
Teniamo presente che una soluzione salina fisiologica oppure una soluzione salina isotonica, pur con diversa osmolarità, sono entrambe indicate per la prevenzione settimanale perché la loro composizione in sali è equivalente a quella dei liquidi fisiologici, mentre una soluzione salina ipertonica ha una concentrazione in sali superiore a quella dei fluidi biologici ed quindi indicata nelle sindromi da raffreddamento in fase acuta.
La pratica del lavaggio nasale non è proprio così semplice, ed è bene adottare alcune accortezze:
- per i neonati: per fare i lavaggi nasali è bene organizzarsi appoggiando il neonato su un piano morbido, come ad esempio il fasciatoio, munirsi di fazzoletti di carta e della soluzione nasale.Ecco i passaggi per effettuare il lavaggio nasale nel neonato: è opportuno girare delicatamente il piccolo su un fianco, tenendo ferme le manine con il corpo.
La testa va reclinata lievemente verso il lato di appoggio e la soluzione va immessa nella narice superiore. La soluzione dovrà fuoriuscire dalla narice controlaterale, quindi quella inferiore, che guarda il piano del fasciatoio.
Successivamente, si prosegue ripetendo l'operazione dall'altro lato. Infine, è necessario asciugare la soluzione e gli eventuali residui di muco dal viso del bambino con il fazzolettino di carta.
- per i bambini più grandi e gli adulti:
per effettuare il lavaggio nasale, è opportuno appoggiarsi vicino al lavandino con la testa posta in avanti e reclinata su un lato. La soluzione andrà immessa nella narice che resta più in alto e dovrà fuoriuscire sempre dalla narice controlaterale. Lo stesso passaggio va poi ripetuto nell’altra narice. Successivamente è necessario soffiarsi il naso in modo da liberarlo in maniera accurata. La quantità consigliata per un adulto è di 175ml per entrambe le narici.
In linea di massima sarebbe bene eseguire i lavaggi al mattino, per eliminare il muco depositatosi durante la notte, ed alla sera (almeno mezz'ora prima di coricarsi, per consentire di rimuovere tutti i residui prima di dormire!) per liberare il naso e consentire un buon riposo, soprattutto nei periodi in cui è più facile sviluppare dei raffreddori.
Non esiste una vera e propria regola, ma decidere di farla abitualmente come pratica di igiene (2-3 volte a settimana) consente di mantenere un'igiene nasale idonea a prevenire lo sviluppo di infezioni e a favorire la respirazione nasale.
Per imparare bene quelle che sono le procedure corrette, ma anche quali sono i possibili strumenti da poter utilizzare segui i miei canali social: a breve infatti organizzerò un piccolo workshop sui lavaggi nasali!
Finora abbiamo parlato di indicazioni di carattere generale, e tendenzialmente indirette. Per innescare un meccanismo funzionale di respirazione nasale è importante però anche agire in modo attivo, ed ecco qui infatti l'ultimo consiglio:
7. Iniziare un percorso di potenziamento della respirazione nasale: se si riscontrano problematiche relative alla funzionalità nasale, perché viene utilizzata prevalentemente una respirazione orale (ricordi? ne avevamo parlato qualche articolo fa!), è opportuno rivolgersi ad un professionista. Per inquadrare la problematica e impostare un percorso di rieducazione alla respirazione nasale e potenziamento delle strutture muscolari orofacciali, rivolgiti al tuo logopedista di fiducia!
Ricorda che non sarà problematico tanto imparare il meccanismo, quanto arrivare a generalizzare i movimenti che sono stati appresi: bisognerà quindi riproporre a casa quanto appreso in seduta in modo costante e quotidiano, e nel caso dei bimbi sotto forma di gioco, in modo consentirgli di riprodurlo in autonomia e con immediatezza.
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