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Cos'è la deglutizione disfunzionale?

Aggiornamento: 30 set 2020

La deglutizione è una funzione orale, il cui sviluppo comincia già nella quindicesima settimana di vita fetale.

A partire dalla 38esima settimana di vita fetale, lo sviluppo di tale meccanismo si è completato per la suzione al seno materno.


Si tratta quindi di un meccanismo complesso, che si svolge grazie ad una serie di contrazioni muscolari controllate che consentono a cibo, liquidi, saliva di progredire nel tratto digestivo, mantenendo però protette le vie aeree.

La deglutizione si svolge attraverso una serie di fasi, che in modo semplicistico è possibile descrivere così come segue:

  1. fase di preparazione orale: un alimento o un liquido vengono introdotti nel cavo orale e attraverso masticazione e salivazione avviene la preparazione del bolo alimentare.

  2. fase orale: il bolo viene spinto contro la parte posteriore della cavità orale e l'imboccatura della faringe dall'azione della lingua che poggia dietro la papilla retroincisale e si solleva

  3. fase faringea: il palato molle si innalza per bloccare l'ingresso delle cavità nasali, la laringe si solleva e si contraggono i muscoli delle corde vocali per proteggere le vie aeree. L'epiglottide si ribalta mentre il bolo attraversa la zona dove si incrocia la via respiratoria e quella digestiva.

  4. fase esofagea: la spinta della lingua e un'onda peristaltica faringea spingono il bolo nell'esofago, grazie al rilasciamento dello sfintere esofageo superiore, che si contrae e permette al bolo di essere spinto in avanti, nello stomaco, dove inizierà la fase digestiva.

Il nostro modo di deglutire però non è sempre uguale nel tempo, ma anzi si sviluppa ed evolve fino ad arrivare ad un tipo di deglutizione come quella che noi adulti abbiamo in condizioni di normalità.


Alla nascita ciascun bimbo è in grado di succhiare autonomamente il latte dal seno materno.

Nel neonato, la lingua è in posizione bassa, tra le arcate (ovviamente senza denti). La punta della lingua viene in contatto con il labbro inferiore. Durante l'allattamento il bimbo stringe le labbra attorno al capezzolo della mamma creando un sigillo anteriore e con i movimenti di mandibola e lingua spreme il capezzolo spingendolo verso il palato, facendo si che fuoriesca il latte.


L'allattamento materno, proprio grazie a questo meccanismo favorisce un'azione attiva della muscolatura orofacciale, garantendo così un corretto sviluppo di ossa e viso e favorendo una respirazione nasale (puoi approfondire le modalità e i benefici dell'allattamento al seno in questo articolo).

Diversa è la situazione nell'allattamento artificiale (ne ho parlato qui in questo articolo), ovvero con il biberon: le tettarelle dei biberon infatti sono di per sé più dure e rigide rispetto al capezzolo della mamma, e ciò fa si che i muscoli della lingua e del viso non lavorino correttamente, che non vengano applicate le corrette forze sul palato e che la lingua in particolare non sia posizionata correttamente, instaurando così un meccanismo deglutitorio diverso da quello naturale e quindi compromettendo l'equilibrio e lo sviluppo delle strutture ossee e dentali.


Intorno ai 6 mesi, con l'avvio della prima dentizione però le cose cominciano a cambiare:

  • la laringe si posiziona più in basso;

  • compaiono i primi dentini;

  • scompare il riflesso di suzione e la lingua non dovrebbe più protrudere fra le arcate;

  • comincia il passaggio all'alimentazione complementare (comunemente chiamata "svezzamento");

  • inizia la fase della lallazione.

Tutto ciò contribuisce ad accrescere le competenze motorie del bimbo e la deglutizione passa da un movimento sul piano orizzontale (avanti-indietro) ad un movimento sul piano verticale (su-giù), anche perchè il piccolo comincia a sperimentare gusti e consistenze nuove, imparando a gestire la muscolatura masticatoria.


Piccola puntualizzazione! Non è detto che nel passaggio all'alimentazione alimentare si debba interrompere l'allattamento materno, anzi.

L'OMS ed il Ministero della Salute raccomandano l'allattamento esclusivo al seno per almeno i primi 6 mesi di vita del bimbo, in quanto secondo numerosi studi scientifici è un fattore protettivo dello sviluppo di malocclusioni dentali (ricordi? Avevamo parlato di malocclusioni qui).

Dopodiché mamma e bambino possono proseguire finché entrambi lo desiderino, poiché come abbiamo spiegato in precedenza, l'allattamento al seno non ostacola lo sviluppo armonico cranio-facciale del piccolo.

Diversa la faccenda per l'allattamento artificiale: poiché va ad alterare la corretta funzionalità deglutitoria e non consente uno sviluppo equilibrato delle strutture dentali e ossee e della muscolatura orofacciale, esso va interrotto il prima possibile (auspicabilmente entro il 1° anno di vita), ma comunque entro i 2 anni, proprio per limitare le conseguenze negative e l'impatto che gli ausili come il biberon possono avere sullo sviluppo di forma e funzione.


Tornando alla deglutizione, progressivamente dai 3 ai 7 anni si modifica il pattern motorio delle funzioni orali, ovvero il bambino acquisisce sempre di più nuove competenze: si parla di deglutizione mista, cioè di una fase di maturazione e di transizione dal modello deglutitorio infantile a quello adulto e raggiungendo una masticazione di tipo rotatorio bilaterale. Per evitare il permanere di uno schema deglutitorio infantile quando il bimbo sta passando alla dentizione definitiva (intorno ai 6 anni) sarebbe inoltre opportuno aver interrotto l'allattamento al seno (come dicevamo prima, in età precoci non c'è un vero e proprio tetto "limite", ma si consiglia di proseguire finché mamma e bimbo ne sentono il desiderio).

Nella deglutizione di tipo adulto:

  • la punta della lingua si eleva e raggiunge la parte anteriore del palato (terzo anteriore del palato);

  • i muscoli perifrasi sono a riposo (le labbra sono a contatto senza sforzo)

  • le arcate entrano in contatto grazie ai muscoli elevatori della mandibola;

  • la lingua spinge il bolo in faringe e dà avvio alle restanti fasi della deglutizione (faringea ed esofagea, che sono involontarie).

Quando questo passaggio da deglutizione infantile a deglutizione adulta non si verifica, si parlerà di una condizione patologica denominata deglutizione disfunzionale (comunemente anche chiamata deglutizione atipica, o deglutizione deviata, o anche definita in modo molto riduttivo come "spinta linguale eccessiva") o ancora meglio squilibrio muscolare orofacciale (SMOF).

La condizione di deglutizione disfunzionale e SMOF ha le seguenti caratteristiche:

  • labbra non a contatto a riposo;

  • sforzo delle labbra e dei muscoli del viso in deglutizione;

  • assenza di tono dei muscoli elevatori della mandibola;

  • eccessiva contrazione del muscolo del mento (muscolo mentoniero) che visivamente assume l'aspetto di pelle a "buccia d'arancia";

  • guance poco toniche;

  • alterazioni scheletriche del viso (asimmetrie di vario genere);

  • lingua a riposo in posizione non corretta (lingua bassa, lingua tra i denti, lingua contro l'arcate superiore o inferiore);

  • lingua in deglutizione che spinge contro le arcate o si interpone tra i denti;

  • difetti di pronuncia di alcuni suoni (la famosa "zeppola" alla Jovanotti, ma anche altre distorsioni);

  • alterazioni posturali.


Un bel po' di differenze con la deglutizione fisiologica eh?


Ma da cosa può essere dovuta la deglutizione disfunzionale e lo Squilibrio Muscolare Orofacciale?

Indubbiamente le cause possono essere molteplici, ma vediamo le più frequenti:

  • presenza di una malocclusione congenita o di alterazioni craniche;

  • utilizzo prolungato di ciuccio o biberon o in generale di vizi orali come il succhiamento del pollice (ricordi? ne avevo parlato in questo articolo!)

  • presenza di una respirazione di tipo orale (anche di questo ne avevamo parlato! approfondisci qui);

  • problemi posturali congeniti o acquisiti.


Come si può fare per risolvere questo tipo di problematica?

Sicuramente il primo della lista che ti può aiutare sarà il logopedista, che mediante la terapia miofunzionale si occuperà di ripristinare la corretta funzionalità deglutitoria e delle altre funzioni orali compromesse, riequilibrando la muscolatura orofacciale.


Si tratta però di un lavoro di squadra in cui è fondamentale il coinvolgimento di figure professionali come soprattutto l'ortodontista (se pediatrico, pedodonzista), il foniatra e/o l'otorinolaringoiatra, l'osteopata.


Se riscontri questa problematica non esitare a contattare un professionista!

Così facendo limiterai le conseguenze sulla dentatura, ma anche sulla postura (lo vedremo in uno dei prossimi articoli), sul modo di parlare e di respirare, garantendoti una miglior condizione di equilibrio e di benessere.



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