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Chi è il Logopedista?

Aggiornamento: 21 gen 2020

"Il Logopedista è il professionista sanitario specializzato nella valutazione, riabilitazione, prevenzione ed educazione di tutte le patologie che provocano disturbi della comunicazione e/o del linguaggio. Specifici o secondari ad altre patologie. Si occupa, di fatto, dei disturbi dell’apprendimento, della lettura, della scrittura e del calcolo, della voce e delle funzioni orali come la disfagia" (F.L.I., Federazione Logopedisti Italiani).

Questa definizione fornita dalla F.L.I. (Federazione Logopedisti Italiani) di fatto riassume quali siano le competenze professionali del Logopedista.

Ma per rispondere in modo più approfondito alla domanda "Chi è il Logopedista?" è necessario fare riferimento a quanto contenuto nel Profilo Professionale (Decreto Ministeriale 14 settembre 1994, n.742):

“Il Logopedista è il professionista sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante, svolge la propria attività nella prevenzione e nel trattamento riabilitativo delle patologie del linguaggio e della comunicazione in età evolutiva, adulta e geriatrica” (Art.1).

Ma per giungere ad una definizione più esaustiva è bene considerare anche quanto riportato nel Profilo Professionale Europeo (CPLOL, Comité Permanent de Liaison des Orthophonistes / Logopèdes de l’Union Européenne):

“Il Logopedista è il professionista sanitario che, formato in ambito universitario, svolge autonomamente la propria attività nella prevenzione, nella valutazione, nel trattamento riabilitativo e nello studio scientifico della comunicazione umana, dei disturbi a essa associati e della deglutizione”.

A partire dagli anni '70, e dall'istituzione del Sistema Sanitario Nazionale, il Logopedista viene riconosciuto in Italia come professionista sanitario nel campo della riabilitazione.

Da allora il cammino normativo è andato modificandosi, ma in tema di attività, autonomia e responsabilità, secondo quanto stabilito dalla Legge 42/1999 “Disposizioni in materia di professioni sanitarie", è possibile fare riferimento alle seguenti normative:

  • il Profilo Professionale sopracitato (Decreto Ministeriale 14 settembre 1994, n.742)

  • il Codice Deontologico (FLI, 13 febbraio 1999), elaborato dall'organo rappresentativo della categoria, in assenza di un albo professionale, ovvero la FLI. Tale documento ha lo scopo di delineare l’identità culturale e i valori alla base dell’operato del Logopedista, in termini di istruzione, comportamenti professionali e competenze. Nello specifico vengono declinati gli atti professionali del Logopedista (Art.8 Codice Deontologico dei Logopedisti).

  • Ordinamenti Didattici della Formazione Base e Post-Base: attualmente infatti, è necessario conseguire la laurea triennale in Logopedia, che rilascia il titolo abilitante all'esercizio della professione di Logopedista. In precedenza si diventava logopedisti frequentando la Scuola Diretta a Fini Speciali per Tecnici di Logopedia, e solo successivamente è stato istituito il Diploma Universitario, sostituito però dal 2001 dal titolo universitario abilitante.

  • Albo Professionale: l'obbligo di iscrizione al proprio Albo Professionale è previsto dalle disposizioni dell’art. 4 della Legge 3/2018 (Legge Lorenzin) – che sostituisce i Capi I, II, III, del D.Lgs. 233/1946, poi ratificato dalla Legge 561/1956 – del D.M. 13 marzo 2018, coordinate con l’art. 2, comma 3, della Legge 43/2006. All'interno dell'Ordine dei Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione è stato quindi istituito l'Albo della Professione Sanitaria di Logopedista.


Cosa fa quindi il Logopedista?


Il Logopedista svolge attività di studio, didattica e consulenza professionale nei servizi sanitari e in quelli in cui si richiede la sua competenza professionale e può svolgere la propria attività professionale in strutture sanitarie, pubbliche o private, in regime di dipendenza o in regime libero professionale.

Compito di ciascun professionista è di elaborare un bilancio logopedico individuale dopo un’accurata valutazione, in riferimento alla diagnosi.

La valutazione ha infatti lo scopo di individure le difficoltà specifiche e i punti di forza di ogni singolo paziente.

Ciò consente di intervenire in modo mirato su alcune aree, lavorando in base ad obiettivi specifici. Pertanto, ogni trattamento riabilitativo logopedico è personalizzato e volto a definire le migliori strategie logopediche da utilizzare per ogni singolo soggetto.

In seguito al trattamento è poi importante verificare l’efficacia della metodologia riabilitativa attuata rispetto agli obiettivi di recupero funzionale che erano stati prefissati.

Data la complessità delle patologie e la varietà delle esigenze dei singoli pazienti, il Logopedista può operare all'interno di Equipes Multidisciplinari, in collaborazione con altre figure quali: Psicologo, Neuropsichiatra Infantile, Foniatra, Fisiatra, Otorinolaringoiatra, Dentista, Ortodontista, Pedodonzista, Fisioterapista, Osteopata, Terapista Occupazionale, Terapista della Neuropsicomotricità, Pedagogista, Educatore etc.



Ricapitolando quindi, il Logopedista ha un preciso Profilo Professionale e un Codice Deontologico, in cui vengono identificati ambiti e competenze.

La formazione del logopedista comprende le patologie elencate nel Catalogo Nosologico del Logopedista secondo Oskar Schindler:

  • Disfonie o disturbi della voce (infantili, adulte, senili, nei professionisti della voce, nella voce artistica, nei laringectomizzati);

  • Dislalie o alterazioni della pronuncia (meccanico-periferiche, evolutive fonologiche, in soggetti oligofrenici o con insufficienze encefaliche);

  • Disfagie o disturbi della deglutizione (infantili, adulte, senili, in soggetti con malocclusioni dentarie, con oligofrenia, palatoschisi, turbe neurologiche, meccaniche, post operatorie, alimentazioni vicarianti, alternative, con protesi);

  • Disfluenze o disturbi del flusso verbale (balbuzie);

  • Disturbi della codificazione e decodificazione comunicativa (afasie) e delle funzioni corticali superiori (agnosie, aprassie);

  • Disartrie o disturbi centrali della motricità del distretto fono-articolatorio da alterazione del I motoneurone (paralisi cerebrali infantili, encefalopatie dell’adulto demielinizzanti, neurodegenerative, ecc);

  • Turbe comunicative negli oligofrenici: di origine genetica (per es. Sindrome di Down) o acquisite in età evolutiva (meningoencefaliti neonatali, prenatali, ecc) e demenziali (Alzheimer, multinfartuali, ecc);

  • Disturbi da lesione sensoriale (Turbe comunicative nella sordità pre-linguale) e atti inerenti il loro emendamento (protesizzazione acustica, impiego di vibratori, impianti cocleari);

  • Disturbi dell’apprendimento o learning disease (dislessie, disortografie, discalculie);

  • Turbe comunicative da inadeguatezze socio-culturali e affettive;

  • Turbe comunicative con alterazione della relazione dualistica;

  • Disturbi linguistici miscellanei e loro correlati (dislalie funzionali di varia origine, disturbi fonologici, disprassia articolatoria, dispercezioni uditive e visive, disturbi semantici, disturbi morfo-sintattici, disturbi pragmatici).


Poiché, come si può vedere, gli ambiti e le competenze sono molteplici, un logopedista non può essere specializzato in tutto.

Tenendo conto della costante necessità di tenersi aggiornati e al passo con gli studi scientifici più recenti, è importante dedicarsi ad alcuni ambiti specifici.

Per conoscere i miei ambiti di competenza, ti invito a consultare la pagina del mio sito: Come posso aiutarti.


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